mercoledì 27 gennaio 2010

roma contro la crisi

Roma si ribella alla crisi

Dietro i numeri drammatici − dei licenziamenti, della disoccupazione crescente, della cassa integrazione, della messa in mobilità, del mancato rinnovo dei contratti a termine e della miriade di contratti precari – ci sono persone: lavoratici, lavoratori, giovani, famiglie che non hanno reddito sufficiente per pagare affitti, rate del mutuo, bollette, ticket; che non hanno risorse sufficienti per vivere una vita dignitosa.

Insieme alle disastrate condizioni economiche, alla crescente precarietà di vita, nella nostra città dilaga l’emergenza abitativa: migliaia di famiglie sono sotto sfratto (la maggior parte ormai per morosità), gli inquilini degli alloggi degli enti previdenziali “irregolari” e quindi a rischio, oppure regolari ma oggetto delle nuove ondate di dismissione (ENASARCO). Altre migliaia sono le persone costrette a vivere nelle occupazioni o in residence privati pagati a peso d'oro dall’amministrazione. Questo mentre la Giunta Alemanno annulla la graduatoria delle case popolari cancellando i 40.000 nuclei familiari inseriti tra gli aventi diritto e riduce la previsione di nuove case popolari alle briciole, sole 1500 alloggi previsti nei prossimi anni, scegliendo ancora una volta di premiare la rendita e gli interessi forti del mattone privato.

I governi ed istituzioni locali hanno praticato per anni politiche liberiste, privatizzando servizi e beni comuni, coltivando la speculazione finanziaria insieme ad una deregolamentazione del mercato del lavoro che ha selvaggiamente precarizzato, minato alla radice conquiste e diritti, generato una diffusa insicurezza sociale. Ed anche nel fronteggiare la crisi, preferiscono sostenere banche, imprese, pescicani dell’edilizia, elargendo loro milioni di euro ed abbandonando lavoratori e le lavoratrici appesi ad indennità di disoccupazione e di cassa integrazione sempre insufficienti, lasciando completamente soli, senza alcun tipo di sostegno, centinaia di migliaia di precari.

Ora il razzismo di stato dilaga, come dimostra anche la vicenda di Rosarno, in uno sfruttamento senza confine che relega i migranti a semplice forza – lavoro da sfruttare da spremere, senza nessun diritto e ad una spietata concorrenzialità con gli autoctoni, capro espiatorio e valvola di sfogo costruita ad arte per portare le tensioni che investono i settori sociali colpiti dalla crisi, verso un assurda guerra fra poveri.

Oggi a essere schiacciati ed espulsi dal lavoro non sono solo le fasce meno professionalizzate, sono lavoratori e lavoratrici del settore privato, ma anche di quello pubblico, con alte professionalità: si pensi alla scuola e all’universita’, colpite pesantemente da tagli complessivi per 9,5 miliardi di euro, che hanno espresso nei mesi trascorsi alti livelli di resistenza.

l’EUTELIA e l’ISPRA sono due centri altamente qualificati nell’informatica e nella ricerca. Insieme ad essi sono centinaia le aziende che chiudono o espellono manodopera.

Le lotte dei lavoratori di EUTELIA e di ISPRA, sono divenute per tutti un importante riferimento, simbolo della necessità di uscire dall’inerzia, di mettere in campo forme di lotta ed un nuovo protagonismo per uscire dalla crisi ribaltando il piano, con una nuova stagione di misure sociali e di conquiste.

Dall’Eutelia, dall’Ispra, dai Precari della Scuola, dai Movimenti per il Diritto All’Abitare e da altre lotte che hanno avuto meno risalto mediatico, sono venute le resistenze forti, con l’occupazione degli stabilimenti, le manifestazioni, le tendopoli ed i presidi ad oltranza. Le proteste sui tetti, dall’ISPRA ai musei capitolini, hanno rappresentato anche simbolicamente le diverse facce della lotta alla crisi delle banche e dei padroni, la similitudine delle condizioni di vita, la vicinanza delle lotte.

Una vicinanza che è divenuta in queste settimane contatto, capacità di attraversamento, che ha le potenzialità per divenire incontro. Un incontro che mostri la possibilità di ricomporre il mosaico, i diversi frammenti e spaccati di chi vive la crisi e di chi alla crisi ha iniziato o vuole ribellarsi.

Molte sono le comuni rivendicazioni e vertenze e possibili, dalla predisposizione di nuove misure di tutela del lavoro alla conquista di Tariffe Sociali (gas, luce, trasporti, asili nido e spese scolastiche etc.), dall’estensione di del Reddito Minimo Regionale alla richiesta di una moratoria sui mutui, sulle imposte, sulla cessione del quinto dello stipendio (come avvenuto per i debiti delle imprese), fino alla conquista di un vero Piano di Casa Popolari per la nostra città. Perché la lotta per il diritto all’abitare, la richiesta di sospensione degli sfratti, di case da pagare in proporzione alle proprie tasche, è domanda di investimenti pubblici, di “bene comune”, è richiesta di reddito.

Nella convinzione che il lavoro, il reddito, i servizi pubblici, il diritto all’abitare, i diritti di cittadinanza per i/le migranti possano rappresentare un comune oggetto del desiderio, il terreno di incontro delle nostre storie e di molte altre storie simili alle nostre, lanciamo questo appello aperto e alla città insieme all’ invito a partecipare all’ assemblea.

GIOVEDI’ 28 GENNAIO ORE 17.30 IN EUTELIA

(VIA BONA 50)

Rete Romana Contro la Crisi, Lavoratori Eutelia, Movimenti per il diritto all’abitare, lavoratori ISPRA, Italtel, appalti Sirti, Almaviva Atesia, cassintegrati lav. Alitalia.

giovedì 21 gennaio 2010

viva il PCdI

VIVA IL PCdI - COMUNISTI SEMPRE

Oggi, 21 Gennaio 2010, ricorre l’ottantanovesimo anniversario della nascita del Partito Comunista d’Italia.

Il Collettivo Comunista Romano vuole ricordare questo evento come una tappa fondamentale nella storia del movimento comunista e rivoluzionario nel nostro Paese.

Con la scissione di Livorno, la parte più avanzata della classe operaia e del proletariato stabilì di organizzarsi in sezione italiana dell’Internazionale Comunista, riconoscendosi pertanto nel percorso storico di rivoluzionamento del Modo di Produzione Capitalistico, nella prospettiva del rovesciamento del sistema borghese e dell’imperialismo mondiale.

Da allora, molti eventi hanno segnato la storia di quello che è poi diventato il Partito Comunista Italiano; molti errori, anche tragici, sono stati compiuti dai gruppi dirigenti che si sono susseguiti al vertice del partito, in un vortice di “svolte” di carattere revisionista sfociate, da ultimo, nello scioglimento del PCI nel 1991.

Insieme al PCI sono crollati il Muro di Berlino, l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia; la Cina ha smarrito il carattere propulsivo della rivoluzione maoista ed il capitalismo si è affermato come sistema politico/economico/sociale egemone nell’ambito del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.

Tuttavia, lungi dal riproporre una retorica agiografica, se oggi siamo qui a rivendicare la necessità storica della Rivoluzione, è anche e soprattutto perché siamo forti dell’esempio fornito dall’esperienza del Partito Comunista; un partito che, almeno fino agli anni ’50, ha saputo coniugare una dimensione di massa ed un carattere di alternativa sistemica.

In particolare, la gloriosa esperienza della Resistenza al nazifascismo, l’organizzazione dei GAP, il contributo decisivo alla sconfitta dell’Asse, il sacrificio di migliaia di giovani, uomini e donne che hanno perduto la vita nel fuoco della lotta per la costruzione del solo “altro mondo possibile”, rappresentano un paradigma ed un monito nella lotta di ogni nuovo partigiano.

La bandiera rossa è stretta nelle nostre mani.

Il Socialismo è possibile, oggi più che mai.

Nel ricordo di tutti i comunisti caduti nella lotta rivoluzionaria.

lunedì 18 gennaio 2010

fuori i fascisti

FUORI I FASCISTI DAI NOSTRI QUARTIERI


Il Collettivo Comunista Romano esprime piena solidarietà al Collettivo Comunista Piemontese per l'infame aggressione subita da un suo militante da parte di due esponenti della feccia fascista che infesta le nostre città.
I comunisti lavorano per il sovvertimento del Modo di Produzione Capitalistico, per la costruzione di una società "altra", la società senza classi. Il fascismo è strumento della classe dominante, la borghesia, la quale utilizza il presunto "ribellismo" delle novelle camicie nere come grimaldello attraverso il quale praticare la violenza organizzata nei confronti della classe operaia e delle sue avanguardie.
Di fronte alle numerose aggressioni di stampo fascista, razzista, sessita che hanno riempito le cronache degli ultimi mesi, la sinistra borghese riesce soltanto ad esprimere comunicati che invitano alla pace sociale ed all'isolamento dei violenti.
Noi comunisti, invece, rivendichiamo fieramente l'antifascismo militante quale pratica imprescindibile, strumento cardine della lotta rivoluzionaria; rifiutiamo il concetto mistificante della nonviolenza, giacchè il superamento dell'oppressione di classe entro la quale siamo costretti dal sistema dominante è possibile solamente attraverso un processo rivoluzionario.
Alla violenza della borghesia si risponde con la lotta di classe, la sola possibile lotta rivoluzionaria!
Solidarietà al Collettivo Comunista Piemontese!
Praticare l'antifascismo militante nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole!
Costruire un ampio fronte di mobilitazione antifascista!

lunedì 11 gennaio 2010

solidarietà arma

la solidarietà è un'arma

il Collettivo Comunista Romano esprime la massima solidarietà e sostegno al compagno Enrico Levoni. A seguire il comunicato del Coordinamento dei Collettivi Comunisti

No alla repressione dei comunisti!

Il 14 gennaio prossimo, presso il Tribunale di Milano, si terrà il processo contro il compagno Enrico Levoni del Coordinamento dei Collettivi Comunisti. Questa udienza segue quella del 26 giugno 2009 di cui abbiamo riferito nel nostro comunicato del 30.06.09.

Questo processo contro il compagno Enrico non è altro che uno dei tanti processi che vanno inquadrati nell’ambito della persecuzione dei comunisti perpetrata dalla borghesia imperialista e che recentemente ha coinvolto decine e decine di militanti di diverse organizzazioni e partiti del nostro paese.

Oggi il movimento comunista è debole e non ha ancora il suo partito. Quantitativamente le sue forze non sono in grado di contrastare le forze della borghesia. Anche il rapporto tra le diverse organizzazioni comuniste e le masse popolari non è sviluppato come lo è stato un tempo. Non è quindi per l’effettiva pericolosità dei comunisti che la borghesia ci attacca e tenta con vari mezzi di ostacolare la nostra attività. È la pericolosità potenziale che la borghesia teme. Un movimento comunista che attua una linea giusta, se non ha forze le raccoglie, se non ha legami con le masse li allaccia, fino a diventare, come la storia ha più volte dimostrato, un’effettiva minaccia per il potere dei padroni, fino a strappare la direzione della società dalle mani della borghesia.

Mentre da una parte le autorità borghesi perseguitano i comunisti e le loro organizzazioni, dall’altra l’ordinamento sociale borghese costringe milioni di persone ad una vita sempre più insopportabile. Disoccupazione, eliminazione dei servizi, miseria, fame e guerra sono le pillole amare che la borghesia tenta di fare ingoiare alle masse popolari. Questa situazione genera inevitabilmente una mobilitazione sempre più ampia e determinata delle masse e da questa mobilitazione i comunisti possono raccogliere forze per ricostruire il loro partito.

La resistenza della organizzazioni e dei compagni e la solidarietà che essi raccolgono dalle masse sono un ottimo strumento per contrastare la repressione borghese e per rafforzare il movimento comunista.

A nostro avviso la giusta risposta contro questa persecuzione si articola su cinque punti fondamentali:

1. la solidarietà reciproca tra le varie organizzazioni e i vari partiti colpiti e no dalla persecuzione, al di là delle divergenze politiche e ideologiche che dividono ogni componente del movimento comunista,

2. la denuncia ampia e pubblica di questa persecuzione come elemento della lotta di classe che la borghesia conduce contro la rinascita del movimento comunista e a cui il movimento comunista deve rispondere unito,

3. l’attacco contro i personaggi e le istituzioni che perpetuano la persecuzione per fare esplodere le contraddizioni interne alla borghesia,

4. la mobilitazione delle masse in solidarietà con i compagni e le organizzazioni e i partiti compiti dalla repressione,

5. ricavare dalla mobilitazione delle organizzazioni comuniste e delle masse popolari forze e risorse per ricostruire il partito comunista della classe operaia.

Il Coordinamento dei Collettivi Comunisti, adoperandosi per contrastare questo attacco repressivo, lavora anche su questi cinque campi ponendo particolare impegno nello sviluppo del quarto e del quinto punto.

In occasione dell’udienza abbiamo organizzato un presidio di protesta, per denunciare la persecuzione dei comunisti e per chiedere la completa assoluzione del compagno Enrico. Invitiamo pertanto tutti i compagni che riconoscono giusto e necessario mobilitarsi contro la repressione a diffondere questo comunicato e a partecipare e a far partecipare al presidio che si terrà davanti al tribunale di Milano il 14 gennaio 2010 a partire dalle ore 9.


sabato 2 gennaio 2010

viva la revolucion

VIVA CUBA!


tratto da militant-blog.org

Il primo gennaio del 1959 il dittatore cubano Fulgencio Batista fugge da La Habana. Dopo tre anni di lotta armata l’Ejercito Rebelde controlla l’isola. La Rivoluzione ha vinto. E per la prima volta nella storia dell’America Latina la parola potere, che fino ad allora aveva significato l’esercizio del dominio dei pochi sui molti, cambia di senso e diviene l’infinito di possibile. E’ possibile sconfiggere la fame. E’ possibile sconfiggere l’analfabetismo. E’ possibile garantire un’istruzione gratuita a tutti. E’ possibile garantire un sistema sanitario gratuito a tutti. E’ possibile garantire un lavoro dignitoso a tutti. E’ possibile garantire una casa a tutti. Cuba è la dimostrazione concreta che un mondo diverso e migliore è possibile. Cuba è la dimostrazione concreta che una società socialista è possibile. Ed allora è anche possibile che l’esperienza di un popolo divenga patrimonio collettivo, si faccia contagiosa, si trasformi in esempio per altri paesi, per altri popoli. Lo sanno bene i padroni del mondo, che da subito l’hanno aggredita. Lo sanno bene le masse degli sfruttati che istintivamente, fin da subito, l’hanno difesa. Cuba è tutto questo, ma è anche molto di più. Cuba è la dimostrazione che la rivoluzione è possibile. Sempre e in ogni luogo. Perchè se i 12 superstiti al “naufragio” del Granma sono stati in grado di sconfiggere un esercito di 80000 soldati, se un’isola di 11 milioni di persone ha saputo tener testa per 50 anni al più imponente apparato economico-militare della storia dell’umanità, se un popolo è riuscito a sconfiggere una crisi economica senza precedenti nonostante il blocco economico degli USA.

solidarietà antifascista

SOLIDARIETA' ANTIFASCISTA

Il Collettivo Comunista Romano esprime incondizionata solidarietà ai compagni del circolo “Che Guevara” del Prc di Roma, la cui sede, la scorsa notte, è stata oggetto di un gravissimo attentato incendiario di matrice fascista.

Ovunque si esprima una qualche forma di conflitto sociale o anche soltanto ove si cerchi di realizzare un percorso politico che strida con gli interessi del Capitale e dei settori dominanti della Borghesia, la mano fascista è pronta a farsi strumento nelle mani del padrone; il falso mito dell’antagonismo dei fascisti rispetto al sistema si esaurisce nel loro oggettivo sostegno alla reazione. La storia di questo Paese ce lo dimostra; giova ricordare - a poche settimane dal quarantesimo anniversario della Strage di Piazza Fontana - il ruolo che le organizzazioni di estrema destra hanno sempre svolto nel tentativo di annichilire ogni spinta alla trasformazione ed al rivoluzionamento dell’ordine sociale capitalistico.

In una fase di profonda crisi economica, con il rischio sempre più concreto di un’ulteriore svolta reazionaria promossa dal governo Berlusconi, che cavalca a spinte di populismo e falso buonismo il malumore serpeggiante tra le masse popolari, occorre che tutti gli antifascisti costruiscano un vasto fronte di mobilitazione in grado di contrastare efficacemente le politiche di questo governo sia a livello nazionale che a livello locale; ricordiamo infatti che a Roma la giunta Alemanno, al di là delle dichiarazioni di circostanza, ha alimentato un brodo di sottocultura il quale ha oggettivamente consentito e galvanizzato il riprodursi di atti di intolleranza nei confronti di migranti, omosessuali e più in generale nei confronti di tutti i “diversi”, “non graditi”, fino ad episodi di stampo terroristico come quello espresso contro i compagni del Prc.

Invitiamo pertanto tutti i compagni all’unità d’azione contro il fascismo in ogni sua forma, superando le reciproche diffidenze in nome del contrasto alla reazione.

Dal canto nostro, noi comunisti vigileremo quotidianamente nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, onde evitare il ripetersi di simili episodi. Sappiano, lorsignori, che non c’intimidiranno; siamo pronti a contrastarli con ogni mezzo fino alla vittoria.

Costruire un Fronte Antifascista di Mobilitazione e Lotta!

Promuovere l’unità di classe e tra comunisti!

Antifascismo Militante, sempre!

No pasaran!