Il Collettivo Comunista Romano vuole ricordare questo evento come una tappa fondamentale nella storia del movimento comunista e rivoluzionario nel nostro Paese.
Con la scissione di Livorno, la parte più avanzata della classe operaia e del proletariato stabilì di organizzarsi in sezione italiana dell’Internazionale Comunista, riconoscendosi pertanto nel percorso storico di rivoluzionamento del Modo di Produzione Capitalistico, nella prospettiva del rovesciamento del sistema borghese e dell’imperialismo mondiale.
Da allora, molti eventi hanno segnato la storia di quello che è poi diventato il Partito Comunista Italiano; molti errori, anche tragici, sono stati compiuti dai gruppi dirigenti che si sono susseguiti al vertice del partito, in un vortice di “svolte” di carattere revisionista sfociate, da ultimo, nello scioglimento del PCI nel 1991.
Insieme al PCI sono crollati il Muro di Berlino, l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia;
Tuttavia, lungi dal riproporre una retorica agiografica, se oggi siamo qui a rivendicare la necessità storica della Rivoluzione, è anche e soprattutto perché siamo forti dell’esempio fornito dall’esperienza del Partito Comunista; un partito che, almeno fino agli anni ’50, ha saputo coniugare una dimensione di massa ed un carattere di alternativa sistemica.
In particolare, la gloriosa esperienza della Resistenza al nazifascismo, l’organizzazione dei GAP, il contributo decisivo alla sconfitta dell’Asse, il sacrificio di migliaia di giovani, uomini e donne che hanno perduto la vita nel fuoco della lotta per la costruzione del solo “altro mondo possibile”, rappresentano un paradigma ed un monito nella lotta di ogni nuovo partigiano.
La bandiera rossa è stretta nelle nostre mani.
Il Socialismo è possibile, oggi più che mai.
Nel ricordo di tutti i comunisti caduti nella lotta rivoluzionaria.
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