lunedì 1 novembre 2010

Pier Paolo Pasolini fu ucciso nella notte fra l'1 e il 2 novembre 1975, sul lungomare di Ostia.


‎"Amo la vita così ferocemente, così disperatamente, che non me ne può venire bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l’erba, la giovinezza…: e io divoro, divoro, divoro… Come andrà a finire non lo so" . P.P. PASOLINI

"IO SO" di P.P.PASOLINI


Io so.Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.”

domenica 24 ottobre 2010

uniti nella lotta con TERZIGNO.


terroristi, facinorosi, violenti, teppisti.
quante parole ha questo stato per definire chi legittimamente protesta contro gli abusi del potere?

sabato 23 ottobre 2010

16 ottobre il Collettivo Comunista Romano in piazza con la FIOM


Siamo tutti Pomigliano!
A dispetto delle rassicurazioni mediatiche e dei siparietti grotteschi di cui i
personaggi di questo governo ci rendono partecipi quotidianamente, la crisi avanza
eccome: una crisi che è interna e conseguenziale al sistema capitalistico, i cui
effetti ricadono esclusivamente sulle spalle di tutti i soggetti sociali più deboli.
Crisi prodotta dalla finanziarizzazione dell'economia e accentuata dal pesante debito
pubblico, che continua ad essere affrontata a spese dei lavoratori, con tagli sui salari e
sullo stato sociale: tagli sulla scuola pubblica, sulla sanità, sui servizi, con crescente e
sistematico consenso alla privatizzazione e allo sfruttamento della forza lavoro.
Intanto l'evasione fiscale e quella contributiva continuano a crescere senza nessun
controllo da parte dello Stato.
I sindacati confederali non sono più mediatori tra lavoratori e padronato: CISL e
UIL, sindacati fiancheggiatori dei padroni, con collaborazionismo e servilismo sono
stati complici ed artefici dei passaggi cruciali della crisi del lavoro, hanno fatto
passare la logica del doversi adeguare a leggi e contratti che massacrano i diritti e
annullano le conquiste dei lavoratori, hanno acconsentito allo sfruttamento della forza
lavoro e alla mortificazione delle tutele conquistate col sangue dal movimento
operaio e proletario nelle lotte del XX° secolo .
Agitando lo spettro della disoccupazione fanno accettare condizioni assurde ai
lavoratori.
La CGIL, pur avendo più iscritti di CISL e UIL messi insieme, non riesce ad opporsi
al sindacalismo di regime, disarmando con la sua passività la classe di fronte agli
attacchi dei padroni.
Solo la FIOM e i SINDACATI di BASE resistono, nel loro ruolo di sindacato
avanzato, a fianco della classe operaia.
Questa situazione può essere affrontata solo con l'unità di tutti i lavoratori, con la
connessione delle lotte di tutti i soggetti coinvolti in questa crisi: metalmeccanici,
dipendenti pubblici, precari, disoccupati, immigrati.
Con i lavoratori della scuola e gli studenti dobbiamo sostenere la lotta contro il
decreto Gelmini.
E' necessario aggredire con mobilitazioni di massa il regime Berlusconi-Marchionne.
E' necessario ricreare una unità tra i comunisti e i soggetti antagonisti a questo
sistema che sostenga le lotte dei lavoratori e che rivendichi un sindacato antagonista
alla classe capitalista.
SOLO CON LA LOTTA I LAVORATORI POSSONO FERMARE I PADRONI!
SOLIDARIETA' CON LA CLASSE PROLETARIA, SEMPRE!
COSTRUIRE NELLA PRASSI L’UNITA’ TRA I SOGGETTI ANTAGONISTI
PER REALIZZARE UN POLO DI CLASSE ALTERNATIVO.
IL CONFLITTO CLASSE / CAPITALISMO NON E’ MORTO!!
SIAMO TUTTI POMIGLIANO!
Collettivo Comunista Romano
http//comunistiromani.blogspot.com comunistiromani@live.it

giovedì 23 settembre 2010

AGORà


sabato alle 10.00 - 27 novembre alle ore 20.00



Roma
Piazzale Loriedo, Colli Aniene
Rome, Italy

--------------------------------------------------------------------------------

Creato da Collettivo CANTIERE SOCIALE TIBURTINO deCOLLIamo resiste allo sgombero!

--------------------------------------------------------------------------------

AGORA' è Piazzale Loriedo.
La piazza mancata, l'ambiguità di uno spazio che è pubblico ma che dipende dall'investimento e dalla cura di un privato.

Progettata ex-novo nel 1997 ed abbandonata a sè stessa per i successivi 6 anni, piazza Loriedo viene 'ceduta' dagli enti pubblici competenti ad un esercente della zona, che la porta a compimento. Lo scambio prevede che egli possa costruirvi all'interno un chiosco e gestirlo per i suc...cessivi 25 anni, per poi restituirlo al comune di Roma.

La burocrazia attanaglia anche questo passaggio, e l'area viene inaugurata solo nel 2008. Un arco di tempo scandito da ritardi e proteste. Con modalità diverse, infatti, la voce di molti cittadini si fa sentire. Nel 2006 il C.S.T. “deCOLLIamo” organizza diverse iniziative all’interno della zona recintata, per reclamare non solo l'apertura della piazza, ma anche la sua libera fruizione come centro spontaneo di aggregazione.

Tuttavia il precedente stato di degrado ha convinto la cittadinanza che fosse meglio avere un ben tenuto giardino privato piuttosto che niente. Perciò, quando l'inaugurazione ha avuto luogo, si è provato a rimuovere questo scomodo passato.

Alcune associazioni hanno già individuato questa piazza come il locus per svolgervi iniziative d’interesse per il quartiere. L’Associazione Culturale "Impulsi" ha costruito al suo interno “Roma se ricconta” nella scorsa primavera, vedendo confermata l'intuizione secondo cui un simile spazio offre la possibilità di andare ben oltre un tavolino e qualche sedia per prendere un gelato.

La necessità di quel punto nel territorio che rappresenta il centro della vita pubblica, che i romani chiamavano foro e per i greci era appunto l'agorà, rimane disattesa.

AGORA' è, per noi che la stiamo costruendo, il tentativo di colmare questo vuoto urbanistico e sociale. Con AGORA' daremo vita ad un progetto di emancipazione dal basso di questo luogo, che è nel nostro quartiere il simbolo di una maniera distorta di concepire e gestire un bene comune.

mercoledì 15 settembre 2010

COMITATO ITALIANO GIUSTIZIA PER I CINQUE








ROMA, 14 SETT. 2010. Importante iniziativa unitaria di sensibilizzazione e informazione di massa promossa dal Comitato Italiano Giustizia per i Cinque




In occasione della Campagna Internazionale per la Liberazione dei Cinque antiterroristi cubani, anche a Roma si è svolta una importante iniziativa unitaria di sensibilizzazione e informazione di massa promossa del Comitato Italiano Giustizia per i Cinque con la partecipazione di moltissimi compagni.



Su Via Nazionale le forze dell’ordine hanno operato un fermo di decine di nostre automobili e del camion vela che esponeva una gigantografia sulla libertà dei Cinque, identificando vari compagni, registrando le targhe di tutte le autovetture e tenendo tutti fermi per circa un’ora. Ciò ha fatto sì che molti passanti e cittadini si sono fermati incuriositi; questi, coinvolti, sono stati adeguatamente informati sulla vicenda dei Cinque e sulla campagna internazionale in atto.

Ci siamo quindi recati in serata ad Ostia presso la sede del circolo "Julio Antonio Mella" dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba dove si è tenuto un attivo per discutere sulle modalità di continuazione della mobilitazione del mese di solidarietà con i Cinque e per le prossime scadenze nazionali del mese di ottobre, a partire dal sit-in che il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque ha promosso per il giorno 8 ottobre 2010 nei pressi dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma.



Il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque ringrazia vivamente tutti i compagni che hanno partecipato all’importante iniziativa di oggi e rivolge un sentito e particolare ringraziamento per la collaborazione e l’attiva partecipazione ai circoli dell’Associazione Nazionale Italia-Cuba di Roma, Julio Antonio Mella, Valle del Tevere, alla Rete dei Comunisti, all’Associazione e Rivista Nuestra América, Collettivo Comunista Romano, Radio Città Aperta e La Scintilla di Ventimiglia.


Comitato Italiano Giustizia per i Cinque

sabato 11 settembre 2010

LIBERTAD A LOS CINCO HEROES CUBANOS !




..SABIAS QUE HAY CINCO CUBANOS PRESOS EN E.E.U.U.POR LUCHAR CONTRA EL TERRORISMO CINCO HEROES LLAMADOS GERARDO,ANTONIO,FERNANDO, RAMON Y RENE

venerdì 10 settembre 2010

Nuova offesa a Cuba… e al diritto all’informazione


pubblicata da AsiCuba Umbria il giorno venerdì 10 settembre 2010 alle ore 16.09

L’ennesima offesa al diritto umano all’informazione imperversa in questi giorni nei media di tutto il mondo… almeno in quelli del NOSTRO mondo.

Non smette di stupirci il potere di PLASMARE la realtà secondo i desiderata –di chi lancia la “notizia” e/o della proprietà-, operazione che non solo non è condannata ma che riesce invece a formare graniticamente l’opinione pubblica. Si sa… la stampa è …libera.

La non-notizia potentemente e in modo martellante viene ripresa, rilanciata, rafforzata con opportune aggettivazioni. E’ la versione per adulti del giochino infantile del “telefono senza fili”: si parte con una nuvola e si arriva all’uragano.

Così qualsiasi giornalista statunitense –sprovveduto e ignorante- estrapola, decontestualizza una frase che AVREBBE pronunciato Fidel Castro (sul sistema economico cubano che non sarebbe esportabile perché già non va bene in patria) e la non-notizia viene entusiasticamente ripresa, manipolata e lanciata a coriandoli in tutti i media nostrani. Anzi, il giorno dopo diventa che Fidel ha detto che il comunismo è morto.

Non s’illudano. Si sono illusi che Fidel fosse morto e imbalsamato.

Ora s’illudono che sia risorto solo per dare il rompete le righe e riconoscere la superiorità del libero mercato. Non s’illudano.



Chi è interessato a capire sappia che la crisi economica iniziata a Cuba con la caduta del circuito economico alternativo costruito intorno all’URSS non è soddisfacentemente superata: e comunque non un ospedale, né una scuola, di città o di montagna, è stata chiusa, né un lavoratore è stato buttato sul lastrico… che i cantori del libero mercato ci facciano un esempio che tenga il confronto.

E già che ci siamo, ci facciano un esempio di quali migliori risultati hanno raggiunto i Paesi del Terzo Mondo, tutti schiavi del libero mercato: speranza di vita? Scolarità? Mortalità infantile? Denutrizione? Cultura? Avanti, raccontateci questi successi… vogliamo sapere.



La crisi economica cubana -che comunque non ha annullato i successi nel diritto umano alla vita e alla qualità della vita, in molti casi superando i parametri dei Paesi ricchi- non soddisfa né il Governo né i cittadini: ne stanno discutendo da anni, tutti, e, così come è normale in una vera democrazia, stanno cercando TUTTI INSIEME correzioni e misure che facciano da volano all’uscita dalla stretta.

Quindi, se veramente Fidel avesse detto quella frase, non avrebbe detto niente di particolare, ma solo quel che tutti sanno: i cittadini di Cuba e chi fuori di Cuba s’informa, s’informa VERAMENTE.



Ci sono notizie che invece – evidentemente non d’interesse per la proprietà della stampa libera- non sono pubblicate, riprese, rilanciate… Sono invece soffocate in un muro di ovatta e non ce la fanno a sfondarlo.

V’interesserebbe difendere il diritto umano a non morire di terrorismo a Cuba?



Dopo 3500 morti che Cuba ha dovuto patire in 50 anni di Rivoluzione–incluso l’italiano Fabio Di Celmo-, dopo innumerevoli denunce in tutte le sedi internazionali, dopo innumerevoli messaggi inviati ai vari Governi USA, cinque generosi cittadini cubani hanno abbandonato la tranquillità della propria vita per andare ad infiltrarsi in quella rete di criminali terroristi che spadroneggia in Florida e finanzia e organizza le bombe contro Cuba, riuscendo a preavvisare il proprio Paese e a salvare altre vite.

La FBI li ha arrestati, accusati di spionaggio, un giudice di Miami li ha condannati a molteplici ergastoli. L’ONU, Amnesty, 10 Premi Nobel, una miriade di parlamentari, ecc. si sono alzati contro questa barbarie del sistema giudiziario statunitense.

Questa notizia, vera e strabiliante, non interessa la nostra stampa libera.

Ora si compiono 12 anni di reclusione di

GERARDO, ANTONIO, RAMÓN, FERNANDO, RENÉ

12 anni anni di torture, fisiche e mentali (a due di loro si proibisce persino di vedere le proprie mogli).

Intanto il pluriomicida confesso Luis Posada Carriles, terrorista di origine cubana sotto l’ala protettiva della CIA, passeggia vezzeggiato –in compagnia di suoi pari- per le strade di Miami, nello Stato che sventola il vessillo della lotta al terrorismo mondiale.

E’ una notizia?



Perugia, 10 settembre 2010





AsiCubaUmbria -@: asicubaumbria@libero.it

giovedì 9 settembre 2010

Compagni!




Nell’ultimo decennio, grazie ad una finta sinistra e ad una destra poco più che forte, l’Italia ha dovuto fare i conti con la crisi economica che ha portato alla disoccupazione,alla cassaintegrazione per alcuni, e infine alla precarietà.
E a questo punto, che fare???
Bisogna riaprire una coscienza politica e non solo a parole, ma avere una forza politica organizzata. E’ dunque evidente che questa sinistra non ha la capacità di farlo, non ha neanche la capacità di agire per il popolo.
Quindi diciamo basta allo sfruttamento del lavoro , all’arricchimento dei pochi a svantaggio delle masse, alla polizia che uccide perchè si protesta per la casa ,per i diritti sul lavoro........
UNIAMOCI PER UN FRONTE COMUNE ....
collettivo comunista romano

fabiola varacalli, del Collettivo Comunista Romano

martedì 17 agosto 2010

onore al compagno antonio gramsci. sempre e ancora guida per i comunisti.

E' MORTO IL BOIA






è morto francesko kossiga, ministro degli interni dal 1976 al 1978,responsabile degli omicidi di giorgiana masi e di francesco lo russo, vero boia di moro assieme ai confratelli della dc, persecutore del movimento rivoluzionario di quegli anni, capo della repressione che però colpiva solo e comunque a sinistra.

della sua carriera progressiva che lo ha portato ad essere prima presidente della repubblica e poi senatore rincoglionito a vita, me ne frega poco.

io ricordo la repressione, la polizia cattiva, l'odore dei lacrimogeni, lo stato di tensione, le mille volte che sono stata fermata per i miei capelli lunghi e l'aria scaciata.

molti di noi sono morti allora, e non parlo di sola morte fisica.

adesso è come allora, anzi peggio. ma attribuisco a kossino anche questa responsabilità, di aver tramato,corrotto, manovrato contro il popolo italiano e l'idea di democrazia, di stato, di aver tradito la costituzione su cui aveva giurato, di aver tenuto su servizi segreti, logge massoniche..tutto questo ci ha portato a questo attuale stato delle cose.

oltre all'aver taciuto su tutta la merda che ci ha governato, da allora ad oggi.di aver taciuto sulle stragi di stato.

oggi esulto, amara. è morto un boia.

ma nessuno ci ridarà i nostri morti.

nessuno ci ridarà i sogni.


MONICA E I COMPAGNI DEL COLLETTIVO COMUNISTA ROMANO

lunedì 16 agosto 2010

anche se in ritardo...


BUON COMPLEANNO, COMANDANTE FIDEL CASTRO!!!

mercoledì 28 luglio 2010

da COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE : LUIGI è LIBERO! W IL COMPAGNO LUIGI!


lunedì 26 luglio
Oggi è stato revocato il confino per il compagno Luigi e tramutato in obbligo di firma giornaliero. Luigi quindi può finalmente tornare a Torino dove abita, lavora e combatte.

Crediamo che la resistenza dei compagni incarcerati, la solidarietà e la mobilitazione espresse da molte parti del movimento torinese siano stati fattori molto importanti che hanno senza dubbio influito anche sulla decisione di revoca di un provvedimento di stampo fascista voluto da un PM piduista e intrallazzatore come il PM Rinaudo titolare dell'inchiesta contro i ompagni accusati di avere difeso dall'arroganza dei padroni e dalla violenza della polizia, uno spazio di agibilità politica e sociale , come L'Ostile occupato. Ora è necessario proseguire la mobilitazione per ottenere la liberazione anhe di Davidino al quale non è stata revocata la misura degli arresti domiciliari.



FUORI I COMPAGNI DALLE GALERE! NO AI MODERNI TRIBUNALI SPECIALI E AI PROVVEDIMENTI DI STAMPO FASCISTA!


COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE
colcompiemont@yahoo.it

chi è il proletariato, oggi?




"la missione storica del proletariato è di demolire una vecchia società marcita e di costruire, con la cooperazione della universalità dei cittadini, una società nuova, in cui non esista più lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. la missione storica del proletariato è di abolire le condizioni della sua schiavitù e di liberare, nello stesso tempo, l'umanità intera dalle catene di un sistema economico maledetto."
( vincenzo la rocca - prefazione a IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA )

riflettendo sul ruolo storico del proletariato, ruolo rivoluzionario in cui io fermamente credo, mi chiedo però quale sia oggi il proletariato.
non identifico più la classe con la sola classe operaia, sarebbe a mio avviso un errore politico gravissimo.
oggi la classe comprende una larghissima fetta di lavoratrici e lavoratori che in epoche relativamente recenti si inseriva in un quadro sociale più vicino alla borghesia che al proletariato.
ora ritengo che siano proletari tutti i lavoratori che stanno sottopadrone, dunque la classe impiegatizia, la classe insegnante,( esclusa la baronia universitaria,), una fetta di piccoli artigiani, e anche di piccoli commercianti,tutto il precariato, tutti i disoccupati, tutti gli extra comunitari. insomma, tutti gli sfruttati.
il sotto proletariato continua ad avere il suo ruolo contro rivoluzionario, in quanto facilmente ricattabile ed acquistabile, sia a livello elettorale ma anche come manovalanza del sistema borghese. creare una coscienza di classe nel sotto proletariato è compito arduo.
per questo penso sia ora che l'interlocutore a cui le avanguardie comuniste si rivolgono debba essere la classe lavoratrice tutta e non più solo la classe operaia.
sarà una riflessione banale, boh..comunque accetto critiche.


compagna monica sigismondi del COLLETTIVO COMUNISTA ROMANO

genova, 20 luglo 2010



Io e la compagna Monica del COLLETTIVO COMUNISTA ROMANO abbiamo partecipato nei giorni 20 e 21 luglio alla commemorazione di Carlo Giuliani che ogni anno, dal 2002, si svolge a Genova in piazza Alimonda,per non dimenticare.
Abbiamo anche partecipato alla fiaccolata davanti alla scuola Diaz ,dove come ben sapete nel lontano 2001 avvennero i pestaggi da parte della polizia dei ragazzi che, in occasione del G8, avevano alloggio in quella scuola.
La prima sensazione che mi è venuta appena ho visto quella scuola è la stessa sensazione che mi è venuta vedendo ad aushwitz il filo spinato; ciò per me sta a significare il senso del massacro che quei ragazzi hanno dovuto sopportare in quella scuola .
Con quale spirito la gente è tornata a casa??
E sopratutto , quanti hanno continuato a seguire i propri ideali di impegno politico e sociale?
In questi giorni abbiamo avuto il piacere di conoscere i genitori di Carlo che lavorano duramente ogni giorno per la verità, non solo per la morte del loro figlio ma sui fatti che hanno permesso a queste persone ,( se vogliamo chiamarle cosi) di agire con tutta la crudeltà
e far si che quei ragazzi fossero massacrati !!!
Quello che io mi chiedo molto spesso è: quanto bisogna aspettare per poter avere giustizia ??Sono passati 9 anni e le cose sono peggiorate, tutti i giorni sentiamo nuovi casi di ragazzi che vengono arrestati e non fanno piu' ritorno a casa: perchè lo stato vuole ancora uccidere??? Sopratutto cosa ci guadagna ??
Negli utimi anni a Genova hanno costruito un centro di documentazione che si chiama " piazza Carlo Giuliani" dove tutti i casi di ingiustizia sociale che non sono stati risolti vengono documentati in modoche non si permetta alla giustizia borghese di archiviarli senza cercare la verità.
Grazie al compagno Pancho dell' ASICUBA UMBRIA la memoria di Carlo Giuliani viene ricordata anche a Cuba in un centro esclusivamente dedicato a coloro che hanno perso la vita per quello in cui credevano.
I giorni trascorsi a Genova sono stati molto significativi, abbiamo conosciuto molte persone con cui abbiamo condiviso questo percorso e con cui continueremo a ricordare e sperare , sopratutto in previsione dell 2011 che sarà il decennale

compagna FABIOLA VARACALLI del COLLETTIVO COMUNISTA ROMANO

venerdì 23 luglio 2010

GENOVA, 20 LUGLIO 2010 PIAZZA ALIMONDA



NOI NON DIMENTICHIAMO..una promessa per carlo, una minaccia per i suoi carnefici, servi di questo stato borghese assassino...

domenica 4 luglio 2010

Contro la repressione borghese,resistere e sviluppare la lotta per il comunismo!









L’8 luglio prossimo alle ore 12, presso il tribunale di Milano, si terrà la seconda udienza del processo in cui è imputato il compagno Enrico Levoni del Coordinamento dei Collettivi Comunisti. Si tratta dell’udienza che il 14 gennaio scorso venne rimandata. Come avevamo ipotizzato, la cassazione ha dato ragione al giudice Giovagnoli accettando il suo ricorso. Scrivevamo infatti nel precedente comunicato: “L’udienza del 14 gennaio faceva parte di un procedimento giudiziario stralciato da quello per associazione sovversiva che vede imputati vari compagni del Partito dei CARC (di cui il compagno Enrico era membro) e messo in piedi dal giudice Giovagnoli. Procedimento per il quale la giudicessa Boccassini aveva dichiarato il non luogo a procedere. Giovagnoli aveva quindi deciso di ricorrere in cassazione. Proprio la sera prima dell’udienza veniamo a conoscenza del fatto che il 20 gennaio si terrà l’udienza (a porte chiuse) in cui la Cassazione valuterà se accettare o meno il ricorso di Giovagnoli. La mattina del 14 gennaio, a pochi minuti dal suo inizio, udienza contro il compagno Enrico è stata rinviata causa l’assenza del giudice titolare (la dott.ssa D’Addea). Una coincidenza? Difficile crederlo! Si tratta molto più probabilmente del tentativo di far rientrare il procedimento contro il compagno Enrico nel più ampio procedimento giudiziario per associazione sovversiva e di usare i supposti reati di cui il compagno è accusato per colpire più duramente tutti gli imputati del procedimento di Giovagnoli, compagno Enrico compreso.”.

Così infatti è stato. Ora l’iter giudiziario borghese fa il suo corso spendendo il denaro pubblico per perseguitare i compagni e le organizzazioni che lottano affinché la classe operaia e le masse popolari tutte possano godere di una vita migliore. Non bastano gli speculatori finanziari, i capitalisti che mandano in rovina decina di migliaia di famiglie licenziando i lavoratori, i tagli ai servizi, la devastazione ambientale, lo sperpero delle risorse a vantaggio dei ricchi e a danno dei proletari. La difesa dell’ordinamento sociale borghese richiede anche che siano colpiti sul nascere tutti quei compagni e quelle organizzazioni che la borghesia ritiene siano o possano diventare un pericolo per i suoi interessi, per il mantenimento del suo regime di sfruttamento e repressione, guerra e devastazione.

Quella dell’8 luglio non è altro che una delle innumerevoli udienze su cui i tribunali borghesi “costringono” i compagni a dedicare risorse ed energie e che seguono e sostengono le ben più pesanti azioni di controllo, le intimidazioni, le perquisizioni, i sequestri, le violenze, le carcerazioni, ecc. a cui ormai migliaia di compagni sono sottoposti continuamente.

Sono anni che numerosi compagni e organizzazioni del movimento comunista che lottano per ridare alla classe operaia del nostro paese un vero partito comunista vengono colpiti da procedimenti giudiziari (ogni volta conclusisi con il non luogo a procedere). Sono anni che compagni e organizzazioni del movimento comunista, antifascista, antimperialista e anarchico vengono colpiti dalla repressione borghese.

Le autorità giudiziarie del nostro paese tentano di mettere in piedi dei moderni tribunali speciali. Si fanno beffe della Carta Costituzionale e perseguitano i comunisti e chiunque lotti per un mondo migliore al pari di quanto facevano i fascisti, solo che lo fanno in una forma più subdola, comunque mitigata, frenata, ostacolata dalle conquiste di civiltà e benessere che la classe operaia e le masse popolari, guidate dal partito comunista, hanno strappato alla borghesia con le dure lotte del passato e con la vittoriosa Resistenza antifascista.

Le autorità giudiziarie borghesi hanno sempre cercato di far passare noi comunisti per banditi e terroristi; sono le stesse autorità che difendono gli interessi della classe borghese, quella classe che scatena guerre in ogni angolo del mondo, massacrando e terrorizzando con le sue “bombe intelligenti” milioni di persone. Queste autorità giudiziarie accusano noi comunisti di terrorismo e difendono i veri terroristi borghesi salvandoli dai processi in cui sono imputati. Vogliono privare noi comunisti, antifascisti, antimperialisti e anarchici della libertà di lottare e difendono la libertà della borghesia di sfruttare, massacrare e distruggere.

La tanto decantata liberà di cui si riempiono la bocca i rappresentanti politici della classe dirigente non è che una farsa. La loro liberà è in realtà libertà di sfruttare fino alla morte i lavoratori, costringendo quelli immigrati ad una vita da bestie e quelli locali a rinunciare alla vita dignitosa che si erano faticosamente conquistati. La loro libertà è la libertà di scatenare una guerra tra poveri. La loro libertà è la libertà dei padroni di costringere i lavoratori ad una vita di stenti e a rischiare la malattia e la morte ogni giorno per produrre profitto. La loro libertà porta alla miseria, alla fame, alla guerra e alla distruzione del pianeta.

Per noi comunisti la libertà è invece libertà di lottare contro questo sistema, libertà di lottare per un mondo in cui siano i veri produttori, la classe operaia e i lavoratori tutti a decidere cosa produrre e come, nell’interesse loro e del resto delle masse popolari.

Ma questa libertà è incompatibile con quella dei padroni e delle loro autorità. Perché la loro libertà necessita di grandi masse di proletari da comprare come schiavi moderni per estorcere plusvalore dal loro sudore. La loro libertà necessità allo stesso tempo di grandi masse di disoccupati, di affamati, di disperati per mezzo dei quali ricattare i proletari per costringerli ad accettare condizioni di merda di vita e di lavoro. La loro libertà è sfarzo e lusso per pochi e fatica, miseria e morte per molti.

Se lottare contro la loro libertà vuol dire essere terroristi, allora siamo tutti terroristi!

La persecuzione che la borghesia scatena contro di noi può e deve essere combattuta con coraggio, resistendo alla persecuzione e non cedendo alle minacce della borghesia e delle sue autorità. Ma ancora più importante è il lavoro per costruire un fronte comune contro la repressione in cui unire e organizzare le forze di tutte le componenti del movimento comunista, antifascista, antimperialista, anarchico e di tutte le organizzazioni operaie e delle masse popolari che subiscono la repressione borghese. Un fronte organizzato che lavori in primo luogo per far partecipare e organizzare il resto delle masse popolari nella lotta contro la repressione, in ragione del fatto che la difesa di chi lotta contro gli sfruttatori, i fascisti e i guerrafondai lotta per gli interessi di tutto il popolo.



No alla persecuzione dei comunisti!

Costruire un fronte comune di lotta contro la repressione!



Coordinamento dei Collettivi Comunisti

www.coorcolcom.org - coorcolcom@tiscali.it

venerdì 25 giugno 2010

La dignità dei lavoratori non si svende, la crisi la paghino i padroni!






In queste ore, si sta giocando a Pomigliano una battaglia cruciale per i diritti degli operai e dei lavoratori. Il “rilancio aziendale” della FIAT voluto da Marchionne e perpetrato attraverso un bieco ricatto in nome del quale o si accetta un “modello di sviluppo” fondato sullo sfruttamento intensivo della classe operaia, privata dei suoi più elementari diritti sociali, oppure si cade nel baratro del licenziamento e della chiusura dello stabilimento, nasconde un disegno complessivo che il padronato, con la grave complicità di vasti segmenti di sindacati e con l’assenso esplicito di ampi settori della “sinistra” istituzionale, va attuando ormai da tempo.

Il referendum “farsa” a cui sono chiamati i lavoratori di Pomigliano non è altro che la cartina di tornasole attraverso cui si manifesta con chiarezza l’interesse di classe dei padroni (Confindustria e Governo Berlusconi in testa), i quali in tempi di crisi economica gettano la maschera democratica e si rendono responsabili di un ritorno a forme arcaiche di gestione del rapporto fra datore di lavoro e lavoratore. I diritti più elementari vengono calpestati: turni e straordinari obbligatori incrementati, malattia non pagata, drastica riduzione del diritto di sciopero. Questo dimostra che la lotta di classe non è affatto finita, a dispetto di quanto una certa sinistra continua ad affermare; la lotta di classe è quella che quotidianamente i poteri forti oppongono alla classe operaia, alle masse popolari, ai precari ed ai giovani privi di prospettive.

L’aumento scellerato della produttività in fabbrica espone inoltre la classe lavoratrice a rischi elevatissimi di incidenti sul lavoro; non ci bastano più le lacrime di coccodrillo che in troppe tragiche occasioni (si pensi alla drammatica strage della Thyssen Krupp) il politico di turno manifesta, per poi sostenere le aziende quando queste costringono i propri dipendenti a ritmi e condizioni tali da mettere a repentaglio la propria stessa esistenza per uno stipendio ai limiti della sussistenza.

E’ una battaglia complessiva, quella a cui siamo chiamati oggi, nel manifestare il nostro sostegno e la nostra solidarietà attiva agli operai FIAT. Accettare oggi un simile ricatto significa avallare domani l’abolizione dello Statuto dei Lavoratori, ma significa soprattutto legittimare il presunto diritto del padronato di poter disporre della forza-lavoro come dello strumento di risoluzione della crisi. Una crisi che è invece tutta interna al sistema capitalistico, ma le cui conseguenze gravano esclusivamente sulle spalle di tutti i soggetti sociali più deboli. E’ dunque in gioco, in questa vicenda, la tutela dei principi costituzionali, quegli stessi principi per la conquista dei quali migliaia di uomini e donne hanno dato la vita; ma non solo: è questa una battaglia di democrazia, una battaglia che se si concludesse con una sconfitta rischierebbe di aprire scenari ancor più drammatici, con un ritorno ad una dimensione post-feudale e semi-schiavistica, alla faccia della funzione progressiva del capitalismo, di cui tanti intellettuali si riempiono inutilmente la bocca.

Avvertiamo come urgente la necessità di una connessione delle lotte di tutti i soggetti sociali imbrigliati in questa crisi generale; l’unità di classe e l’organizzazione della mobilitazione e del conflitto sono aspetti imprescindibili per fronteggiare adeguatamente l’offensiva padronale. E’ quella stessa unità che oggi porta soggetti diversi come un collettivo comunista ed un gruppo di giovani studenti e lavoratori precari a sperimentare sul terreno della prassi una politica da fronte; solo la realizzazione di un intervento unitario caratterizzato da una dimensione antagonista e di classe potrà dare a questa ed alle generazioni successive la possibilità di uscire dal pantano del capitalismo in crisi.


Solidarietà ai lavoratori di Pomigliano!
Nessuna azienda dev’essere chiusa!
Nessun operaio dev’essere licenziato!


Collettivo Comunista Romano Collettivo CST deCOLLIamo
Aderente al Coordinamento dei Collettivi Comunisti cst_decolliamo@hotmail.it
comunistiromani@live.it
http://comunistiromani.blogspot.com

martedì 22 giugno 2010

Comunicato Commissione Congiunta 30.05.10


Un nuovo passo in avanti nell’unità dei comunisti per il partito



Si è tenuto l’incontro della Commissione Congiunta di Proletari comunisti e del Coordinamento dei collettivi comunisti; incontro avente l’obiettivo di stabilire contenuti, tempi e percorso del processo di unità tra le due organizzazioni al servizio dell’unità più generale dei comunisti per la costruzione del partito comunista necessario al nostro paese, nell’epoca storica attuale e nella situazione attuale.



L’incontro è stato preceduto anche, ed è bene sottolinearlo, da un’indecente azione della polizia/Digos torinese che ha sottoposto la delegazione di Proletari comunisti giunta a Torino ad un immediato atteggiamento di controllo, fatto di pedinamenti e foto, ad opera di quattro agenti riconosciuti. Il riconoscimento e la reazione della delegazione di Proletari comunisti ha ottenuto l’allontanamento frettoloso della forza repressiva. Noi da un lato denunciamo con forza questa azione, dall’altro essa conferma l’attenzione e la pericolosità percepita dallo Stato e dal governo della borghesia rispetto all’avanzamento del processo di unità dei comunisti.



L’incontro si è svolto in un clima caloroso e unitario anche se franco nelle opinioni e nell’affrontare i temi, come è necessario che sia dato l’impegno, l’importanza e la qualità che questo passo richiede.



Temi importanti affrontati nella riunione: il maoismo, l’internazionalismo, il rapporto tra teoria e pratica in questo processo. Così come si è ritornati sulla valutazione da dare e i passi da fare in merito alla battaglia nel movimento comunista più generale nel nostro paese.

Un altro elemento significativo del dibattito è stato quello relativo alla lotta ideologica attiva, lotta tra le due linee, funzione e applicazione del centralismo democratico; temi importanti anche perché alla base, tra l’altro, della separazione tra i quadri e compagni del Coor.Coll.Com. e il Carc/(n)Pci.



L’incontro ha avuto un esito positivo. Sono stati definiti, integrati e precisati 10 punti a base del processo di unità tra le due organizzazioni, che saranno oggetto di sviluppo e confronto per raggiungere questa unità in un tempo definito genericamente di massimo un anno, ma che naturalmente entrambe le organizzazioni sperano di accorciare per rispondere alle esigenze politiche della lotta di classe e del movimento comunista.



Il contenuto del dibattito deve servire a confermare, rafforzare, specificare ulteriormente che il partito comunista che vogliamo costruire deve essere:

1. basato sul marxismo-leninismo-maoismo;

2. basato sulla strategia della guerra popolare adatta alle condizioni specifiche del nostro paese;

3. fondato sulla centralità operaia, che sia reparto d’avanguardia organizzato della classe operaia;

4. costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse;

5. di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo dell’ideologia, della teoria, della organizzazione, della pratica con il revisionismo vecchio e nuovo;

6. saldamente interno al movimento comunista internazionale e in particolare a quello di orientamento marxista-leninista-maoista, con un forte legame con i partiti comunisti impegnati nelle guerre popolari;

7. che combatta attivamente l’economicismo e l’eclettismo teorico-politico;

8. alternativo alle due varianti elettoralismo e militarismo, presenti nel nostro campo;

9. che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la lotta tra le due linee e realmente attuare il centralismo democratico, alla luce delle esperienze negative che nel nostro campo ci sono state e che ancora ci possono essere;

10. consapevole che il grande lavoro per unire i comunisti nel nostro paese deve svilupparsi attraverso la lotta al settarismo come una delle deviazioni che ancora domina gran parte del movimento comunista.

Si è anche deciso che il dibattito su questi dieci punti possa essere condotto in forme aperte al fine di raccogliere l’attenzione e anche l’impegno di tutti i compagni organizzati e non che vogliono contribuire ed entrare nello spirito di questo percorso di unità. Invitiamo pertanto sin da ora chiunque voglia partecipare al dibattito ad inviare contributi (al momento utilizzando le caselle e.mail e i siti delle nostre organizzazioni).

Si è anche condiviso che questa unità, di quella che potremmo chiamare la componente marxista-leninista-maoista, non chiude il processo, ma anzi ne apre uno più ampio che permette l’avanzamento di tutto il movimento comunista e della battaglia per il partito.



L’importanza dell’incontro e il rapporto unitario che esso ha costituito e reso significativo si è mostrato nella convergenza nella pratica del lavoro comune che può fare da cemento e verifica e aiutare il processo di unità e il ruolo di esso nella più generale lotta di classe.

Su tre punti sono state prese decisioni operative:

1. il lavoro comune nelle fila della classe operaia, che comprende l’elaborazione di parole d’ordine comuni, piani di interventi in alcune fabbriche e realtà del ns paese, e la verifica di questo lavoro;

2. elaborare una proposta per unire il fronte di lotta contro la repressione statale contro le forze comuniste, le realtà proletarie e rivoluzionarie, le lotte politiche e sociali; per uscire dalla frammentazione, dalla lotta “ognuno per sé” che è una tendenza che deve essere superata;

3. la campagna a sostegno della guerra popolare in India, già lanciata a livello internazionale e nazionale e che vedrà l’impegno delle due organizzazioni nella promozione di meeting e delle altre attività.



È evidente che se a questa intesa, parole e progetto corrisponderà una elaborazione e una pratica conseguente, un passo in avanti e controcorrente verrà davvero fatto sarà dato un duro colpo alle concezioni e alla prassi dei dogmatici e dei settari. E borghesia, riformisti e opportunisti avranno di che preoccuparsi.



La Commissione Congiunta

15.6.2010

sabato 19 giugno 2010

L’attacco a Pomigliano D’Arco non deve passare!






Marchionne sta cercando di attuare il piano per il “rilancio della FIAT” che altro non è che il rilancio dei profitti a discapito della vita dei lavoratori, della loro dignità, dei loro diritti. A partire dalla chiusura di Termini Imerese e dal vergognoso e ignobile ricatto su Pomigliano D’Arco: “o accettate la cancellazione di tutti i vostri diritti o vi sbattiamo in mezzo a una strada”, la questione si lega strettamente al piano più generale, di Confindustria e governo, di abolire lo Statuto dei Lavoratori e il diritto di sciopero con la complicità dei dirigenti dei sindacati che si sono da subito resi disponibili e messi al loro servizio, come Angeletti e Bonanni.

Infatti, se i padroni fanno la loro parte cercando di ricattare gli operai e i sindacati, dall’altra il governo della banda Berlusconi fa la sua abolendo per decreto, pezzo dopo pezzo, gli articoli della Costituzione come l’ART.41, che limita ai padroni la possibilità di poter fare ciò che vogliono per logiche di mercato. Il capobanda Berlusconi del resto lo aveva detto pubblicamente qualche tempo fa di fronte all’assemblea degli industriali e poi a quella degli artigiani: “con questa Costituzione non è possibile governare”.

Ma per attuare il loro piano di lacrime e sangue contro i lavoratori, Marchionne, Marcegaglia e servi di governo devono ottenere il consenso più largo possibile che possa giustificare ogni azione anticostituzionale e antisindacale che i padroni intenderanno mettere in atto. Senza questo largo consenso, Marchionne e soci sanno bene che sarà per loro molto difficile riuscire a mettere in atto il loro piano contro la classe operaia. E’ per questo motivo che sono stati costretti a giocarsi la carta del ricatto di Pomigliano (per poi riuscire ad estenderlo agli altri stabilimenti) al fine di costringere la FIOM a legittimare, firmando l’accordo, le angherie padronali.

FIM e UILM, insieme, contano meno iscritti della sola FIOM e senza il benestare della FIOM diventerebbe impossibile qualsiasi tipo di manovra antioperaia. I padroni oggi hanno provato con il ricatto di Pomigliano, ma hanno trovato sulla loro strada il NO secco della più grande organizzazione sindacale dei metalmeccanici italiana. Il NO della FIOM all’accordo con Marchionne ha un significato molto più grande e più generale che va oltre la semplice contrattazione aziendale. Il NO della FIOM è un NO in difesa dello Statuto dei Lavoratori e della Costituzione italiana per la quale hanno dato la vita migliaia e migliaia di giovani, donne e uomini durante la Resistenza e la lotta di liberazione dal nazifascismo! La FIOM diventa quindi lo scoglio contro il quale si infrange l’arroganza dei padroni e dell’intera classe dominante. Un NO condiviso dalla maggior parte dei lavoratori i quali, al di la della loro appartenenza sindacale, hanno apportato la loro firma sull’appello per un assemblea generale lanciato dalla FIOM: 2500 firme e la FIOM conta 600 iscritti circa a Mirafiori. Sostenere la FIOM nella sua lotta è necessario ed è dovere di tutti i lavoratori e di tutti gli organismi politici che, in qualche misura, si rifanno agli interessi della classe operaia e delle masse popolari.

È interesse di tutti gli operai e di tutti i lavoratori che il piano FIAT per Pomigliano non passi. È interesse dei padroni farlo passare a tutti i costi. Non sarà facile quindi vincere la battaglia, ma perdere questa battaglia significa far retrocedere gravemente la posizione dei lavoratori. La fiducia che essi ancora accordano alla FIOM è oggi, ancora una volta, alla prova dei fatti. La FIOM questa volta deve quindi andare fino in fondo!

Usare ogni risorsa per mobilitare tutti gli operai e i lavoratori contro il piano FIAT.



Sotto la direzione del partito comunista, il più grande sindacato dei lavoratori italiani ha vinto grandi battaglie e ha strappato grandi conquiste. Oggi non esiste in Italia un partito comunista all’altezza del ruolo che ad esso compete. Ma la classe operaia può ricostruirlo anche a partire dalle lotte che oggi deve combattere e sulla base delle organizzazioni che oggi ha in mano.



La FIOM non deve retrocedere di un passo!

La crisi la devono pagare i padroni!

Nessun lavoratore deve essere licenziato!

Nessuna azienda deve essere chiusa!





Coordinamento dei Collettivi Comunisti

www.coorcolcom.org

coorcolcom@tiscali.it

16.06.10

venerdì 18 giugno 2010

LA FIOM Ai GIORNALI



LA FIOM Ai GIORNALI
Cari direttori dite la verità: la Fiat ci vuole licenziare
Il segretario generale Fiom Maurizio Landini
In questi giorni grande rilevanza viene data su tutti gli organi di informazione alla vicenda di Pomigliano. Abbiamo purtroppo verificato che i contenuti reali dell'intesa, quelli che hanno indotto la Fiom a ritenerla inaccettabile perché lesiva dei più elementari diritti dei lavoratori, fino a quelli costituzionali, non sono stati sufficientemente messi a conoscenza dell'opinione pubblica. Vi chiediamo quindi un particolare sforzo per dare adeguato spazio alla piena informazione sui contenuti dell'intesa. In particolare riterremmo di grande utilità che venisse resa pubblica la clausola contenuta al punto 15 dell'accordo separato: «Clausole integrative del contratto individuale di lavoro-Le Parti convengono che le clausole del presente accordo integrano la regolamentazione dei contratti individuali di lavoro al cui interno sono da considerarsi correlate ed inscindibili, sicché la violazione da parte del singolo lavoratore di una di esse costituisce infrazione disciplinare di cui agli elenchi, secondo gradualità, degli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari conservativi e ai licenziamenti per mancanze e comporta il venir meno dell'efficacia nei suoi confronti delle altre clausole».
Siamo all'introduzione di un principio di libera licenziabilità del lavoratore considerato inadempiente dall'azienda, principio che viola lo Statuto dei lavoratori e la Costituzione. La gravità di questa clausola non è stata messa a sufficiente conoscenza di un'opinione pubblica che pure è percorsa da un grande dibattito su altri temi nei quali si individuano lesioni alla Costituzione.

mercoledì 16 giugno 2010

da COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE

da COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE

da collettivo comunista piemontese: VOLANTINO PER PRESIDIO LUIGI E DAVIDE. 08.06. DALLE 9,00 C/o TRIBUNALE DI TORINO


VOLANTINO PER PRESIDIO LUIGI E DAVIDE. 08.06. DALLE 9,00 C/o TRIBUNALE DI TORINO

E’ormai passato un mese dall’arresto (12 maggio) dei compagni Luigi, Davide e Luca per gli scontri durante lo sgombero della casa occupata Lostile del dicembre scorso.
Il 28 maggio il tribunale del riesame al quale i tre arrestati si erano appellati (insieme ad altri 13 compagni colpiti da misure restrittive) ha dato responso negativo sulla scarcerazione dei tre, ponendo soltanto il compagno Luca agli arresti domiciliari. Luigi e Davide restano in carcere.
Ora a quanto pare il PM Antonio Rinaudo ha posto come condizioni per la concessione degli arresti domiciliari per Luigi e Davide l’allontanamento dalla città di Torino. Un vero e proprio “provvedimento di confino” come quelli che venivano applicati dai tribunali fascisti agli oppositori del regime. In questo caso, però, il provvedimento di confino verrebbe applicato “sotto banco”, perché altrimenti il PM Rinaudo dovrebbe renderne pubbliche le motivazioni confermando le sue tendenze fascistoidi.
Inoltre dopo più di un mese dall’arresto di Luigi e malgrado le ripetute domande che i compagni hanno fatto al Tribunale per andare a visitarlo, non è stata concessa dalla Procura alcuna autorizzazione e non è stata nemmeno resa nota una motivazione del diniego. Questa prassi sembra ripetersi di frequente per chi è detenuto nel carcere delle Vallette di Torino; a quanto ci risulta in altre città del Nord Italia il diritto ai colloqui dei detenuti è maggiormente tutelato.
Infine, il compagno Luigi dopo più di un mese si trova ancora rinchiuso nel settore “nuovi giunti”, un settore del carcere dove i detenuti dovrebbero rimanere soltanto il tempo necessario per le visite mediche. Un settore sprovvisto di televisione e con limitatissime agibilità dei detenuti che vi si trovano. Perché il compagno Luigi è ancora ai nuovi giunti in una situazione di semi isolamento? Perché non può ricevere colloqui? Per quale motivo la condizione per concedergli i domiciliari deve essere lasciare Torino dove il compagno ha una casa e un lavoro fisso?
Eppure l’ordinamento carcerario parla abbastanza chiaro:
I detenuti possono avere colloqui e corrispondenza con i congiunti e con altre persone. Anzi particolare favore viene accordato ai colloqui con i familiari. I detenuti possono avere quotidiani, periodici, libri. Ciascun detenuto è fornito di biancheria, vestiario e di effetti di uso in quantità sufficiente. Il permesso per avere un colloquio con un imputato in attesa del giudizio di 1°grado viene concesso dal PM. Un appellante, ricorrente o definitivo ha il diritto di essere visitato dai familiari o dal convivente. I non familiari devono richiedere il permesso al PM nel primo caso e alla Direzione nel secondo caso. (Art. 18 OP) I detenuti usufruiscono di 6 colloqui al mese (4 per i detenuti dell'art. 4bis). Durata massima del colloquio, 1 ora. A ciascun colloquio possono partecipare non più di 3 persone. (Art. 37 Reg)
Ma nel nostro “civilissimo” paese sono innumerevoli gli arbitrii attuati nei confronti dei detenuti poveri (perché quelli ricchi o non finiscono in galera o ne escono immediatamente) nelle carceri, i quali si trovano, anche a causa del sovraffollamento, in spazi ristretti e nella sporcizia, come hanno denunciato gli stessi prigionieri delle Vallette in alcune recenti lettere ai giornali. Serve a poco commuoversi quando giunge la notizia dell’ennesimo suicidio in carcere. Come i più riconoscono, da una simile situazione non possono che scaturire ribellioni, proteste e violenze. Una situazione carceraria che si fa ogni giorno sempre più insostenibile a causa della politica criminogena e repressiva attuata dalla classe dominante per arginare gli effetti della crisi di un sistema che produce soltanto miseria e morte per le masse popolari, mentre i ricchi si arricchiscono sempre di più. La situazione dei compagni Davide e Luigi ci permette anche di cercare di dare voce a tutti i proletari incarcerati e di sostenerli nella loro protesta per ottenere condizioni di vita dignitose!

giovedì 10 giugno 2010

Bisogna restaurare l’odio di classe.






“Bisogna restaurare l’odio di classe. Perché loro ci odiano, dobbiamo
ricambiare. Loro sono i capitalisti, noi siamo i proletari del mondo
d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma «tutti
coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove
c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro.

A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di
proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a
riproporre la questione. E’ il segreto di pulcinella: il proletariato
esiste. E un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra
mentre la sinistra via via si sproletarizza.

Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e
noi dobbiamo ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi
lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è
la più deprezzata e svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di
una classe del proletariato di oggi, è essenziale.

E’ importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i
proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i
pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di
sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei
sogni”.

Edoardo Sanguineti



IN SOSTEGNO ALLE LOTTE DEI LAVORATORI!!!!
PERCHE’ LA CLASSE LAVORATRICE NON PAGHI LA CRISI PROVOCATA DAI PADRONI
RIVENDICHIAMO UN SINDACATO ANTAGONISTA ALLA CLASSE CAPITALISTA!!!
RICOSTRUIAMO IL PARTITO COMUNISTA RIVOLUZIONARIO!!!


Collettivo Comunista Romano aderente al Coordinamento dei Collettivi Comunisti comunistiromani@live.it http//comunistiromani.blogspot.com http//www.coorcolcom.org

sabato 5 giugno 2010

collettivo comunista romano 4 giugno per la palestina libera





da COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE


DENUNCIAMO GLI ABUSI SUI PRIGIONIERI E LE VIOLAZIONI DEI LORO DIRITTI! Oggi alle 10.51
E’ ormai passato un mese dall’arresto dei compagni Luigi, Davide e Luca, per gli scontri durante lo sgombero de L’Ostile del dicembre scorso. Il tribunale del riesame al quale i tre arrestati si erano appellati, con altri 13 compagni denunciati, chi ai domiciliari, chi a piede libero, ha dato responso negativo sulla scarcerazione dei tre, ponendo soltanto il compagno Luca agli arresti domiciliari. Luigi e Davide restano in carcere.
Dopo più di un mese dal suo arresto e malgrado le ripetute domande che i compagni del nostro collettivo, hanno fatto al Tribunale di Sorveglianza per andare a visitarlo, non è stata concessa, dal Tribunale, alcuna autorizzazione e non è stata nemmeno resa nota alcuna motivazione del diniego.
Di Davide non abbiamo ancora informazioni certe ma crediamo si trovi nelle stesse condizioni del compagno Luigi.
E’ inaccettabile che dopo quasi un mese dal suo arresto, il compagno Luigi non possa ricevere le visite dei compagni che ne fanno richiesta. Il Tribunale di Sorveglianza di Torino deve rendere note le motivazioni del diniego e definire quale è la posizione carceraria del compagno Luigi il quale, per altro, ufficialmente, non si trova nemmeno in isolamento!
Quindi di che si tratterebbe? Il compagno Luigi è sottoposto ad “isolamento non dichiarato”, impedendo che riceva le visite alle quali egli ha diritto? In questo caso si tratterebbe di un abuso gravissimo che non può certo passare sotto silenzio. Ma anche se si trattasse di questioni legate alla burocrazia del Tribunale, si tratterebbe comunque di una grave violazione dei diritti fondamentali del prigioniero!
I servi della dittatura democratica dello Stato borghese intendono, forse, farla pagare comunque al compagno Luigi, anche a costo di violare le loro stesse regole e leggi? Noi crediamo di si e non intendiamo fare passare sotto silenzio nemmeno una delle violazioni (palesi o mascherate da impedimenti burocratici) dei diritti umani, civili e politici, che questo governo parafascista, per mano dei suoi servitori, tenta di sopprimere.
Pretendiamo che venga fatta chiarezza sulla condizione di prigioniero del compagno Luigi e che vengano rese note le motivazioni del diniego alle ripetute richieste di colloquio che i nostri compagni hanno inoltrato al Tribunale!
Non è ammissibile che dopo un mese di carcerazione preventiva un prigioniero non abbia ancora avuto la possibilità di un colloquio!

LIBERTA’ PER I COMPAGNI PRIGIONIERI! ESTENDIAMO LA SOLIDARIETA’ NEI LORO CONFRONTI!
CONTRO LA REPRESSIONE NON SI TACE, NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE!

lunedì 31 maggio 2010

Coordinamento dei Collettivi Comunisti

Coordinamento dei Collettivi Comunisti

Comunicato del 31.05.10



Sosteniamo la causa palestinese!

Condanniamo il massacro attuato dal governo sionista di Israele!



Questa notte il governo sionista di Israele ha attaccato militarmente le navi che da diversi paesi si dirigevano, con il loro carico di aiuti umanitari (medicinali, viveri, alimenti, ecc.) verso il porto di Gaza per dare aiuto alla popolazione palestinese sotto embargo.

Al momento si parla di una ventina di morti e una cinquantina di feriti, ma le cifre potrebbero aumentare.

È stata una vera e propria aggressione di tipo nazi-fascista non solo contro il popolo palestinese, ma contro tutta la comunità mondiale; i spregio degli accordi internazionali, in violazione dei più elementari diritti umani: una vera e propria dichiarazione di guerra non solo contro i popoli che in diversi paesi difendono il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato e a vivere in pace, ma anche contro i popoli di tutto il mondo che ripudiano la guerra. Un’aggressione anche contro il popolo di Israele stesso.

I governi di diversi paesi hanno rilasciato dichiarazioni di condanna e richieste di chiarimenti. Alcuni di questi si limitano a chiedere che sulla vicenda “sia fatta più luce”: più dei colpi esplosi dall’esercito fascista del governo israeliano?!

L’attacco del governo sionista di Israele va condannato senza se e senza ma. Esso è la dimostrazione, l’ennesima dimostrazione, che questo governo persegue una politica di sterminio contro un popolo che da decenni difende il proprio diritto di esistere e di vivere in pace. Una politica di sterminio vergognosamente, vigliaccamente appoggiata dai principali governi imperialisti di mezzo mondo e coraggiosamente combattuta dai popoli, dalle organizzazioni, dai partiti progressisti, democratici, pacifisti, rivoluzionari in ogni angolo del mondo.

Difendere il governo di Israele vuol dire schierarsi a favore dello sterminio di massa che esso attua da decenni contro il popolo palestinese e contro i popoli che dai paesi vicino sostengono la causa palestinese. Oggi, difendere il governo sionista di Israele vuol dire ancor più difendere la sua brutale aggressione militare contro i popoli i cui rappresentanti si sono imbarcati per dare aiuto al popolo palestinese assediato nella striscia di Gaza.

Quale pace possono mai perseguire quei governi che vanno a braccetto con simili assassini? Quali balle ci raccontano quando fianco a fianco si fanno filmare davanti agli altari della pace di mezzo mondo? Un’ipocrisia insopportabile!

Invitiamo le masse popolari, i sinceri democratici, gli antifascisti, gli antimperialisti, i comunisti e tutti coloro che ripudiano la guerra che i padroni e i loro governi scatenano contro il popolo a mobilitarsi

- nella condanna pubblica e dispiegata della politica di sterminio che il governo di Israele conduce contro il popolo palestinese e in particolare nella condanna dell’attacco dell’esercito israeliano contro la “Freedom flottilla”,

- nel sostegno al popolo palestinese attraverso le numerose iniziative che già sono in cantiere e che possono essere costruite,

- nel fare pressione in ogni modo verso il proprio governo affinché anch’esso condanni decisamente questo vergognoso attacco guerrafondaio del governo sionista di Israele.



Che il popolo israeliano abbatta il proprio governo, dal quale non può ricevere altro che umiliazioni, miseria, fame e guerra!

Abbiamo cacciato il nazi-fascismo con la coraggiosa lotta del popolo. Non permettiamo che esso risorga!

Il governo sionista di Israele se ne deve andare!

Libertà per il popolo palestinese!

ennesimo crimine dello stato d'israele


Il COLLETTIVO COMUNISTA ROMANO denuncia l'attacco criminale di Israele contro la flotta pacifista diretta alla Striscia di Gaza come l'ennesima aggressione terroristica che conferma l'arroganza e la prepotenza dello stato imperialista israeliano.
Condanniamo fermamente l'atteggiamento del governo italiano che con le sue vergognose dichiarazioni avalla l'intervento criminale sionista, definendo la flotta pacifista "una provocazione politica".
Esprimiamo totale solidarietà con i pacifisti della flottiglia e profondo cordoglio per le vittime assassinate dall'imperialismo israeliano.
Appoggiamo ogni forma di lotta antagonista allo stato di israele, affinchè la Palestina possa ritornare libera.

LOTTA E RESISTENZA ATTIVA CONTRO LO STATO DI ISRAELE!!!
PALESTINA LIBERA SUBITO!!!!!


Il COLLETTIVO COMUNISTA ROMANO

oggi manifestazione a Roma


L'Attacco israeliano contro navi pacifiste è un atto criminale. Oggi manifestazione a Roma, ore 17,00 a piazza san marco.

domenica 30 maggio 2010

compagno luigi...fiero in catene



mi ha scritto il compagno luigi dal carcere di torino...la lettera è antecedente alle ultime notizie di ieri, e quindi è una lettera piena di speranza...spero davvero che la decisione del tribunale di tenerlo in reclusione non gli faccia perdere la rabbia e la determinazione, e soprattutto il senso, per cui luigi si definisce "fiero in catene".
il suo stato è "isolato non ufficialmente, ma isolato"...e luigi commenta così.."ISOLATO! BANDITO! TERRORISTA! CHE ONORE LA BORGHESIA INCONSAPEVOLE MI CONCEDE!!!!
compagni, luigi dice che lì "la solidarietà è pane e acqua-indispensabile alla vita!!!"
per cui continuiamo a scrivere lettere e cartoline, oggi più che mai per fargli sentire la nostra solidarietà, per dargli forza e stimolo .
A PUGNO CHIUSO, LOTTA DURA FINO ALLA VITTORIA!!!
LIBERTA' PER LUIGI, DAVIDE E TUTTI I COMPAGNI DETENUTI!!

per scrivere a luigi: LUIGI GIANI
CASA CIRCONDARIALE LORUSSO COTUGNO
VIA PIANEZZA, 300
10151 TORINO

venerdì 28 maggio 2010

da COLLETTIVO COUNISTA PIEMONTESE : IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA DECISO DI TENERE PRIGIONIERI I NOSTRI COMPAGNI! PROSEGUIAMO CON MAGGIORE DETERMINAZION


IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA DECISO DI TENERE PRIGIONIERI I NOSTRI COMPAGNI! PROSEGUIAMO CON MAGGIORE DETERMINAZIONE NELLA LOTTA!
Oggi alle 21.48



I compagni Luigi e Davide restano in carcere, Luca ai domiciliari, agli altri compagni ridotte le misure cautelari che sono state revocate per due soltanto dei 17 colpiti dai provvedimenti in seguito alle indagini sugli scontri avvenuti a dicembre durante lo sgombero del centro sociale L’OSTILE di corso Vercelli a Torino. Questa è stata la decisione del Tribunale del riesame svoltosi il 25 maggio scorso.
Si tratta di una decisione che conferma l’adesione, di certa parte della magistratura, al programma eversivo che la destra reazionaria sta cercando di attuare allo scopo di eliminare d’ufficio e per mezzo di magistrati e forze dell’ordine, le libertà democratiche e l’agibilità politica sancite dalla Costituzione nata dalla Resistenza partigiana. La borghesia tenta così di scongiurare, tramite l’utilizzo del monopolio della violenza poliziesca, delle intimidazioni e dei ricatti, ogni barlume di organizzazione che possa diventare punto di riferimento del malcontento e della rabbia che, ogni giorno di più, aumentano tra le masse popolari e i lavoratori a causa di una crisi economica, politica e sociale, che prosegue nella sua discesa vertiginosa e che non avrà altri sbocchi se non quelli della mobilitazione reazionaria o di quella rivoluzionaria. Torino rappresenta senza dubbio un ottimo banco di prova per l’attuazione del piano eversivo della destra reazionaria di governo in quanto è una delle città industriali dove la crisi economica sta colpendo più duramente e dove esistono (fortunatamente) parecchie e svariate realtà ed organismi che fanno dell’antagonismo e della guerra a questo sporco sistema, la loro ragione di vita. Non a caso gli sbirri come Spartaco Mortola che si rese celebre per l’irruzione alla scuola DIAZ e per il massacro che ne seguì, sono stati inviati a Torino con incarichi di direzione. I compagni accusati di avere difeso gli spazi di libertà dalle angherie dei politici corrotti e dalla violenza poliziesca, sono un pericolo per la borghesia e per i suoi servi politicanti che tutelano soltanto gli interessi di padroni, degli speculatori e dei mafiosi. Ma il pericolo più grande per i padroni, mafiosi e loro servi, deriva dalle risposte, che l’intero movimento sa dare loro in termini di innalzamento del livello di lotta e di scontro, non solo rispetto alla repressione (conseguenza dell’innalzamento del livello delle lotte), ma anche in ogni quartiere, in ogni fabbrica, in ogni scuola, ovunque!
Proseguire con le mobilitazioni in solidarietà con i compagni Luigi e Davide rimasti in carcere e con gli altri compagni ancora soggetti alle misure cautelari dopo il ricorso al tribunale del riesame è necessario, come è necessario che le battaglie per la loro liberazione si leghino a quelle dei lavoratori e a quelle sociali o per la difesa del proprio territorio dagli speculatori, come ad esempio in valle di Susa! Questo vorrebbero i compagni che sono ancora nelle mani del nemico!

INASPRIAMO LE LOTTE SOCIALI! FACCIAMO SAPERE AI NOSRI COMPAGNI ARRESTATI CHE LA LORO RESISTENZA CI RAFFORZA! RAFFORZIAMOLI CON LA NOSTRA LOTTA!


CCP Collettivo Comunista Piemontese

colcompiemonte@yahoo.it
tel. 3476558445.

Bruttissimo esito del Tribunale per la Libertà


Bruttissimo esito del Tribunale per la Libertà, Resistenza allo Sgombero dell’OstileTorino, Venerdì 28 Maggio 2010
ore 13:35: Pesantissimo esito del Tribunale della Libertà. Restano in carcere, accusati della Resistenza allo (Sgombero dell'Ostile) Davide Negri e Luigi Giani.
Esce dal carcere Luca Germano, con l'obbligo dei domiciliari. Dei quattro compagni, ai domiciliari dal 12 Maggio, solo per uno avrà l'obbligo di dimora, cioè dovrà restare nel suo comune ed inoltre dovrà comunicare ai cc qualsiasi suo spostamento. Al compagno è stato negato persino il permesso di andare al lavoro. Confermato a quattro compagni l'obbligo della firma quotidiana, mentre a 3 gliel'hanno ridotta a tre giorni alla settimana. Annullata la firma quotidiana a 2 Compagni.
Telegrammi di solidarietà
Luigi Giani
Davide Negri
presso
Casa Circondariale Lorusso Cutugno
Via Pianezza, 300 – 10151 Torino
Dettatura telegrammi via telefono: 186

Questa sera dalle 21:00 Assemblea presso l'Asilo Squat
Via Alessandria, 12 Turin


Libertà per Tutti i detenuti!

tutti liberi• liberi tutti

da Collettivocomunista Piemontese: STRALCI DELLA LETTERA DAL CARCERE DELLE VALLETTE di TORINO DEL COMPAGNO PRIGIONIERO LUIGI GIANINote


.
STRALCI DELLA LETTERA DAL CARCERE DELLE VALLETTE di TORINO DEL COMPAGNO PRIGIONIERO LUIGI GIANICondividi.
Alcuni stralci della lettera del compagno Luigi Giani dal carcere delle Vallette di Torino. Il compagno è stato arrestato nel Bliz della polizia legato alla resistenza chec i compagni hanno opposto in solidarietà contro lo sgombero de L’Ostile del 10 dicembre 2009.
(…) Ogni volta che oltrepasso i cancelli mi vengono in mente vecchie storie di una vita ai margini come lo era la mia molto tempo fa. (…) Ma oggi sono fiero in catene, orgoglioso di avere lottato e di lottare per un mondo migliore. Lo ritengo un grande salto di qualità! E poi…La solidarietà che mi giunge…I telegrammi da tutti e tanti compagni che nemmeno conosco. La sento a pelle e non riesco a trattenere la commozione. (…) Se volgiamo fare qualche cosa per questo mondo infame, credo sia necessario unirci nelle lotte (…) Voglio ringraziare tutti quanti per la solidarietà e mi piacerebbe che questo ringraziamento venga trasmesso dalla radio, non mi è mai accaduto di sentire tanto calore attorno a me e tante persone così vicine. In questa città ho ritrovato me stesso, la mia voglia di lottare e la lotta (…) fate capire a chi vi ascolta quanta riconoscenza ho per tutti quelli che continuando a lottare mi sono accanto.


Luigi Giani compagno prigioniero nel carcere delle Vallette a Torino.

INVIATE TELEGRAMMI E LETTERE A LUIGI GIANI: Casa Circondariale via pianezza 300. cap. 10151 Torino

28 maggio 1974 - La strage fascista di Piazza della Loggia [Brescia]


a 36 anni di distanza, la ferita ancora sanguina, questa come tutte le altre...STRAGI DI STATO.

mercoledì 12 maggio 2010

TORINO: NUOVE PERQUISIZIONI ARRESTI E MISURE CAUTELARI!


TORINO: NUOVE PERQUISIZIONI ARRESTI E MISURE CAUTELARI!



All’alba di martedì 12 maggio il Pubblico Ministero Antonio Rinaudo, ha fatto scattare un operazione (in grande stile) di polizia che ha effettuato una serie di perquisizioni nelle case occupate (Asilo, Barrocchio e Mezcal) nel centro sociale Askatasuna e presso alcune abitazioni di singoli compagni tra i quali Lorenzo del CCP, al quale è stato applicato la misura cautelare dell’obbligo di firma, ed un nostro simpatizzante Luigi, arrestato e condotto al carcere delle Vallette a Torino insieme ad altri due compagni del movimento antagonista torinese. L’operazione di Polizia Politica ha riguardato in tutto 16 persone ed è legata alla resistenza attiva che molti compagni di varie aree del movimento, avevano offerto contro lo sgombero del posto occupato L’Ostile, avvenuto nel dicembre scorso. Le accuse varierebbero dalla resistenza e oltraggio, a lesioni aggravate, al lancio di oggetti contro le forze dell’ordine, al rovesciamento e all’incendio di cassonetti della spazzatura, sino al danneggiamento di scudi e altro materiale in dotazione della polizia e dei carabinieri intenti ad attuare lo sgombero de L’Ostile. Ai compagni sarebbero stati sequestrati capi di abbigliamento ed altro materiale.

Non abbiamo ancora sufficienti e particolari notizie che riguardano i compagni arrestati ma domattina partiranno il vaglia e i telegrammi in loro sostegno e appena avremo notizie più dettagliate in relazione alla loro situazione lo comunicheremo tempestivamente.

Al compagno Lorenzo, Luigi e agli altri compagni colpiti da questo ulteriore atto repressivo vanno la nostra più sentita e attiva solidarietà!



Collettivo Comunista Piemontese (CCP)