mercoledì 16 giugno 2010

da collettivo comunista piemontese: VOLANTINO PER PRESIDIO LUIGI E DAVIDE. 08.06. DALLE 9,00 C/o TRIBUNALE DI TORINO


VOLANTINO PER PRESIDIO LUIGI E DAVIDE. 08.06. DALLE 9,00 C/o TRIBUNALE DI TORINO

E’ormai passato un mese dall’arresto (12 maggio) dei compagni Luigi, Davide e Luca per gli scontri durante lo sgombero della casa occupata Lostile del dicembre scorso.
Il 28 maggio il tribunale del riesame al quale i tre arrestati si erano appellati (insieme ad altri 13 compagni colpiti da misure restrittive) ha dato responso negativo sulla scarcerazione dei tre, ponendo soltanto il compagno Luca agli arresti domiciliari. Luigi e Davide restano in carcere.
Ora a quanto pare il PM Antonio Rinaudo ha posto come condizioni per la concessione degli arresti domiciliari per Luigi e Davide l’allontanamento dalla città di Torino. Un vero e proprio “provvedimento di confino” come quelli che venivano applicati dai tribunali fascisti agli oppositori del regime. In questo caso, però, il provvedimento di confino verrebbe applicato “sotto banco”, perché altrimenti il PM Rinaudo dovrebbe renderne pubbliche le motivazioni confermando le sue tendenze fascistoidi.
Inoltre dopo più di un mese dall’arresto di Luigi e malgrado le ripetute domande che i compagni hanno fatto al Tribunale per andare a visitarlo, non è stata concessa dalla Procura alcuna autorizzazione e non è stata nemmeno resa nota una motivazione del diniego. Questa prassi sembra ripetersi di frequente per chi è detenuto nel carcere delle Vallette di Torino; a quanto ci risulta in altre città del Nord Italia il diritto ai colloqui dei detenuti è maggiormente tutelato.
Infine, il compagno Luigi dopo più di un mese si trova ancora rinchiuso nel settore “nuovi giunti”, un settore del carcere dove i detenuti dovrebbero rimanere soltanto il tempo necessario per le visite mediche. Un settore sprovvisto di televisione e con limitatissime agibilità dei detenuti che vi si trovano. Perché il compagno Luigi è ancora ai nuovi giunti in una situazione di semi isolamento? Perché non può ricevere colloqui? Per quale motivo la condizione per concedergli i domiciliari deve essere lasciare Torino dove il compagno ha una casa e un lavoro fisso?
Eppure l’ordinamento carcerario parla abbastanza chiaro:
I detenuti possono avere colloqui e corrispondenza con i congiunti e con altre persone. Anzi particolare favore viene accordato ai colloqui con i familiari. I detenuti possono avere quotidiani, periodici, libri. Ciascun detenuto è fornito di biancheria, vestiario e di effetti di uso in quantità sufficiente. Il permesso per avere un colloquio con un imputato in attesa del giudizio di 1°grado viene concesso dal PM. Un appellante, ricorrente o definitivo ha il diritto di essere visitato dai familiari o dal convivente. I non familiari devono richiedere il permesso al PM nel primo caso e alla Direzione nel secondo caso. (Art. 18 OP) I detenuti usufruiscono di 6 colloqui al mese (4 per i detenuti dell'art. 4bis). Durata massima del colloquio, 1 ora. A ciascun colloquio possono partecipare non più di 3 persone. (Art. 37 Reg)
Ma nel nostro “civilissimo” paese sono innumerevoli gli arbitrii attuati nei confronti dei detenuti poveri (perché quelli ricchi o non finiscono in galera o ne escono immediatamente) nelle carceri, i quali si trovano, anche a causa del sovraffollamento, in spazi ristretti e nella sporcizia, come hanno denunciato gli stessi prigionieri delle Vallette in alcune recenti lettere ai giornali. Serve a poco commuoversi quando giunge la notizia dell’ennesimo suicidio in carcere. Come i più riconoscono, da una simile situazione non possono che scaturire ribellioni, proteste e violenze. Una situazione carceraria che si fa ogni giorno sempre più insostenibile a causa della politica criminogena e repressiva attuata dalla classe dominante per arginare gli effetti della crisi di un sistema che produce soltanto miseria e morte per le masse popolari, mentre i ricchi si arricchiscono sempre di più. La situazione dei compagni Davide e Luigi ci permette anche di cercare di dare voce a tutti i proletari incarcerati e di sostenerli nella loro protesta per ottenere condizioni di vita dignitose!

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