venerdì 2 aprile 2010

da COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE:Niente asilo politico per Avny Er, militante turco anti-governo



Ieri alle 18.18
Niente asilo politico per Avny Er, militante turco anti-governo
Amnesty: "Scontati 6 anni in Italia, ma là rischia la tortura"
APCOM

Rischia l'espulsione in Turchia, dove è ricercato e potrebbe essere torturato. E' stata respinta dalla commissione territoriale competente la richiesta di asilo politico avanzata da Avny Er, militante comunista turco che ha scontato in Italia quasi sei anni di carcere per l'appartenenza a una delle organizzazioni entrate nella lista nera internazionale dopo l'11 settembre. Da diciassette anni in Italia, fu condannato per la sua adesione al Thkc, il Partito rivoluzionario di liberazione del popolo, una formazione di estrema sinistra di ispirazione comunista, al quale aderiscono attivisti turchi, studenti, intellettuali, giornalisti e operai, che si dedica anche alla lotta armata. Avny Er, che collaborava con la rivista turca Ekmek Ve Adalet ("Fare giustizia"), si difese spiegando di essere un attivista che denuncia la pratica della tortura e le violazioni dei diritti umani messe in atto dalle autorità in Turchia. Una spiegazione poco convincente per i giudici del tribunale di Perugia, che lo hanno considerato organico al partito e, anche se non gli hanno contestato alcun fatto diretto di violenza, lo hanno condannato per l'appoggio che avrebbe fornito all'organizzazione. Arrestato nel 2006 nell'ambito di una operazione internazionale che ha fatto scattare le manette per circa 140 persone tra Turchia, Germania, Olanda, Belgio, Grecia e Italia, dopo che il Thkc era finito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, Avny Er è stato condannato a sette anni. Dopo averne scontati cinque e dieci mesi, è uscito il 14 febbraio scorso grazie a una riduzione di pena per buona condotta. Dopo la scarcerazione è stato condotto nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Bari Palese, in attesa dell'espulsione. In Turchia è ricercato, imputato in tre diversi procedimenti penali. Ankara aveva chiesto la sua estradizione, che era stata negata. Ora però l'espulsione avrebbe lo stesso effetto pratico. Il suo legale, Flavio Rossi Albertini Tiranni, annuncia che impugnerà la decisione della commissione per il diritto d'asilo di fronte al tribunale di Bari. Nel frattempo chiederà un provvedimento di sospensiva alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ne ha già concessi tre nell'arco delle ultime settimane, tutti per bloccare l'espulsione: uno dopo la scarcerazione, il secondo dopo la decisione del giudice di sorveglianza che confermava il Cie e il terzo in attesa della decisione della commissione sul diritto d'asilo. Contro l'espulsione di Avny Er in Italia si sono mosse molte organizzazioni dei diritti umani, tra cui l'Arci, l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione), Sos razzismo, e Save the children. Undici consiglieri regionali della Campania (i capigruppo di Pd, Idv, Prc, Sd e Verdi) nel luglio 2009 lo hanno visitato nel carcere di Benevento e hanno indirizzato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un appello contro la sua espulsione. Il 26 marzo Amnesty International, spiega il portavoce dell'organizzazione, Riccardo Nuri, ha scritto al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per chiedere "che l'Italia rispetti il proprio obbligo internazionale a non respingere una persona se questa nel Paese in cui viene espulsa rischia la tortura o processi irregolari. L'Italia - spiega Nuri - ha firmato quattro convenzioni internazionali che glielo impongono. Negli ultimi due anni sono stati diversi i casi di torture subite da persone con gli stessi capi di imputazione che sono contestati ad Avny Er, mentre abbiamo notizia di una persona che è morta per i maltrattamenti. Se torna in Turchia sarà processato dalla Corte per la sicurezza dello Stato di Adana. I due articoli del codice penale turco per cui sarebbe processato sono formulati in modo abbastanza vago e lasciano ampia discrezionalità al giudice".

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